Commemorazione dei defunti

La giornata del 2 novembre, in cui facciamo memoria di tutti coloro che hanno varcato la soglia della morte, non si esaurisce nel ricordare il loro passato, che inevitabilmente e irrimediabilmente il tempo sbiadisce in lontani ricordi, ma richiama la loro nuova vita perché per il credente con la morte “la vita non è tolta ma trasformata”.

Mentre Il morire è proprio dell'uomo questa esperienza non è per Dio. Pur avendo incontrato la morte con suo figlio, non ne è rimasto prigioniero ma l’ha vinta e sottomessa a Lui. Questa dimensione spirituale dell’esistere però non si riduce a qualche cosa di evanescente ma si manifesta in una nuova presenza che richiede nuovi strumenti di comunicazione e di comunione. Lo aveva anticipato Gesù ai suoi discepoli prima della Passione: con la Pasqua non sarà più con loro perché ritornerà al Padre ma non li lascerà orfani e mediante il suo Spirito si renderà realmente presente come forza interiore, consolazione, riconciliazione, pace a loro e a tutti gli uomini di ogni tempo.

L’Eucaristia è la nuova presenza di Gesù nel tempo e il farne memoria significa renderlo presente attraverso lo Spirito, una presenza viva e reale che viene comunicata dalla “grazia” come forza invisibile agli occhi ma che agisce riplasmando il cuore rendendolo capace di amare e di provare gioia nell’amare.

Chi ha oltrepassato la soglia della morte, per la Pasqua di Gesù, gode di una vita spirituale in comunione reale con noi. Ecco perché noi preghiamo per loro e loro pregano per noi. Tuttavia anche se abbiamo questa certezza non dobbiamo vergognarci di piangere di fronte alla morte perché Dio accoglie le nostre lacrime come ha accolto le lacrime di suo figlio che “offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito”. (Eb 5,7).

Dio proprio perché conosce le lacrime per le sofferenze e i lutti, soprattutto di questo tempo, non le lascia cadere nel vuoto ma le asciuga donando anche a noi, suoi figli, come a Gesù la vita che non muore.