Riflessioni Mariane 2022
1 Settimana
Giovane donna
Giovane donna, attesa dall'umanità:
un desiderio d'amore e pura libertà.
Il Dio lontano è qui vicino a te,
voce e silenzio, annuncio di novità.
Ave, Maria. Ave, Maria.
Dio t'ha prescelta qual madre piena di bellezza
e il suo amore t'avvolgerà con la sua ombra.
Grembo per Dio venuto sulla terra,
tu sarai madre di un uomo nuovo.
Ecco l'ancella che vive della tua parola,
libero il cuore perché l'amore trovi casa.
Ora l'attesa è densa di preghiera
e l'uomo nuovo è qui, in mezzo a noi
Maria è una giovane donna che abita a Nazaret, lontano da Gerusalemme, il cuore religioso del suo popolo. Una ragazza anonima per tutti tranne che per Dio. Dio infatti vede nelle profondità del cuore e va oltre i confini che spesso noi gli assegniamo.
Questo canto ripropone il mistero di Dio che si fa vicino alla sua creatura in maniera inaspettata.
Quel Dio che nel Tempio era richiuso nel Santo dei Santi ora entra in una casa comune e si fa vicino come si farà vicino il figlio che nascerà da lei per opera della Spirito Santo quando entrerà nelle case dei giusti e degli ingiusti, sedendosi a tavola con loro per portare la gioia della festa o il perdono nelle case di chi non ha mai conosciuto l’amicizia semplice dei rapporti quotidiani perché schiavo del denaro o delle proprie convinzioni religiose.
Dio le annuncia un futuro che le è sconosciuto ma da cui dipende la storia nuova dell’umanità e che è affidato alla sua libertà. Per noi abituati ad imporre la nostra volontà è sconcertante un Dio che si affida alla libertà dell’uomo per agire! Quale fiducia nelle sue creature nonostante la nostra storia di peccato.
Na nel cuore di chi è libero e puro non ci sarà mai il rifiuto ad accettare di collaborare per un progetto di amore. E così Maria cede al suo Creatore il suo grembo, l’intimità più sacra di una donna. E così in quel grembo prende forma “l’uomo nuovo”, l’atteso dalle genti, quell’Atteso che i profeti sognavano di fissare in volto.
A Maria tocca questa grazia. Per questo è la donna più attesa dall’umanità. Per la sua “bellezza” interiore Dio ha posto lo sguardo su di lei, rispettoso però della sua libertà. Dio gli si è fatto vicino con l’annuncio del suo angelo ed ha atteso la sua decisione. Una decisione difficile che l’ha portata ad “investigare” di chi fosse questo messaggio a differenza di Eva che dà credito immediato al serpente.
In Maria possiamo allora comprendere il modo di agire di Dio: attende i nostri tempi senza mai forzare le nostre scelte.
Chiediamo in questa Eucaristia un cuore libero per accogliere Dio che non solo si fa vicino ma ci invita a sederci a mensa con lui.
2 Settimana
Io vorrei tanto sapere.
Io vorrei tanto sapere da te se quand'era bambino
tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di lui
e quante volte anche tu, di nascosto, piangevi, madre,
quando sentivi che presto l'avrebbero ucciso, per noi.
AVE MARIA. (4v))
Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi,
io benedico il coraggio di vivere, sola, con lui.
Ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi;
per ogni figlio che muore ti prego così…
Maria è stata una mamma che ha educato Gesù come tutte le mamme, ma facendo riferimento a quel suo mondo spirituale che aveva attirato lo sguardo di Dio. Per questo con Giuseppe, suo sposo, ha trasmesso a Gesù quell’incanto spirituale che li aveva uniti nell’esperienza familiare: la preghiera sinagogale il sabato e, quando dodicenne, il pellegrinaggio con loro al tempio in occasione della Pasqua. Certamente il perdersi estasiato di Gesù nel tempio, la casa di suo Padre, era frutto dell’educazione religiosa che gli avevano impartito.
E poi certamente il lavoro, tanto che Gesù per ben trent’anni resta a Nazaret con i genitori nella bottega di suo padre.
Non sappiamo altro di quello che Maria e Giuseppe hanno fatto per “tirare grande” Gesù, perché ogni educazione non è questione di tecnica ma di cuore. Sicuramente Maria ha avvertito che quel mistero che aveva segnato la nascita della loro famiglia si stava dispiegando in Gesù mentre cresceva in tanti gesti quotidiani. Certamente Maria di fronte a Gesù che ritrovato nel Tempio dice: “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio”, ha intuito ciò che la Scrittura indicava come la missione del “servo sofferente”, anticipata dalle parole profetiche di Simeone nel Tempio: Una spada trafiggerà l’anima; è posto per la salvezza e la rovina di molti.
Il silenzio di Maria su Gesù ci dice che per “fare crescere in sapienza, età e grazia” chi ci è affidato dobbiamo fare riferimento al nostro mondo interiore. Lì avviene la possibilità di un cammino fecondo, capace di fare emergere le potenzialità più profonde della persona. Questo accompagnamento amorevole diventa così anche preghiera perché tutti siamo figli di Dio e per questo anche Lui veglia sul nostro cammino. Questo ci permette di imparare con umiltà che Il nostro impegno non sarà mai capace di saziare completamente le attese di chi ci è affidato perché siamo segnati dalla fragilità e dall’incoerenza e certe esperienze di “estasi” che sfociano in vocazione sono esclusivamente dono di Dio.
3 Settimana
Canto a Maria
Maria, tu che sei stata così docile
davanti al tuo Signor.
Aiutaci ad accogliere
il figlio tuo che ora vive in noi.
Maria, tu che hai atteso nel silenzio
la sua parola per noi.
Maria, tu che hai portato dolcemente
l'immenso dono d'amor.
Maria, madre umilmente tu hai sofferto
del suo ingiusto dolor.
Maria, tu che ora vivi nella gloria,
insieme al tuo Signor.
Maria è stata una donna con una caratura interiore veramente unica.
Innanzitutto è stata docile alla Parola di Dio.
Di fronte ad una Parola che a prima vista sembra sconvolgere la vita Maria non si mette in un atteggiamento di rifiuto. Ascolta l’angelo con trepidazione e docilità e poi presenta le sue considerazioni. La docilità nasce dalla fiducia in chi ti parla, quando percepisci che l’altro è lì per te. Allora svanisce quella diffidenza che non permette un ascolto vero perché il timore che l’altro voglia approfittare di te, seducendoti con illusioni, prende il sopravvento. È questo timore innato, frutto del peccato, che non ci permette tanti veri ascolti che potrebbero cambiare in meglio la nostra vita. E questo vale non solo nei confronti del prossimo ma in anche nei confronti di Dio che non percepiamo nella sua paternità ma solo nella sua onnipotenza.
Poi Maria è stata in attesa silenziosa del compimento del piano di Do.
Attendere significa non mettere fretta piegando l’altro ai propri tempi ed alle proprie attese. Dio ha orizzonti più vasti dei nostri che implicano spesso sguardi troppo terreni. Lasciare che il tempo sia nelle mani di Dio “costringe” a vivere nella speranza, a vivere nella fiducia nella sua Parola. Vivere questo tempo di attesa nel silenzio aiuta a superare quell’atteggiamento della fretta, del “subito” che caratterizzano il nostro modo di vivere il tempo perché l’abbiamo monetizzato. Il tempo è il luogo dove avvengono gli incontri e non solo dove si fanno le cose o si concludono gli affari!
E da ultimo Maria è stata umile nella sofferenza.
La sofferenza grida sempre ed interroga sul perché. Vogliamo trovare ad ogni costo una spiegazione perché ci sembra di non “meritarla”. L’impossibilità nel trovare una spiegazione accettabile spinge spesso ad accusare Dio o almeno a scaricarla su di Lui. Questo atteggiamento nasce dall’incapacità di accettarci creature e quindi soggetti alle fragilità. L’umiltà e non l’arroganza di fronte alla sofferenza è l’atteggiamento di chi esistenzialmente si percepisce “humus”, tratto dalla terra e quindi accoglie questa realtà costitutiva dell’esistere. In questa dimensione non trova spazio la disperazione ma la certezza di essere accompagnati da Dio che ci sostiene e guida anche nelle valli oscure.
4 Settimana
Santa Maria della speranza
Santa Maria della speranza
mantieni viva la nostra attesa,
mantieni viva la nostra attesa.
Ci hai dato l’aspettato di ogni tempo
tante volte promesso dai profeti.
Ora noi con fiducia domandiamo
la forza che dà vita al mondo nuovo.
Sei apparsa come aurora del gran giorno
che ha visto Dio venire sulla terra.
Ora noi attendiamo il suo ritorno,
lottiamo per l’avvento del suo regno.
Univi al tuo dolore la speranza
vivendo nell’amore la lunga attesa.
Ora noi con impegno lavoriamo
al nuovo rifiorire della terra.
Speravi quando tutti erano incerti
che Cristo risorgesse dalla morte.
Ora noi siamo certi che il risorto
è vita per il mondo ora e sempre.
Maria è la donna della speranza perché con il suo “sì” ha portato a compimento l’attesa dell’umanità. Ha atteso per nove mesi che nel suo grembo il figlio di Dio si facesse uomo, ha atteso che Gesù dopo trent’anni passati nella bottega lasciasse Nazaret per annunciare il Vangelo, ha atteso che la parola di suo figlio dopo la morte in croce si avverasse: “Dopo tre giorni risorgerò”.
L’attesa è la virtù di chi vive la speranza, di chi è certo che la storia va oltre ciò che i nostri occhi vedono. Attendere significa fidarsi di un Parola, fidarsi di Chi ce l’ha affidata.
Noi facciamo fatica a vivere nella speranza perché abbiamo poca fiducia gli uni degli altri. Se non vediamo non crediamo e così non siamo capaci di sognare il futuro, di attenderlo da chi ci è accanto, anche da Dio. “Su questo ti presteremo ascolto un’altra volta”, dicevano a Paolo quando parlava della risurrezione nell’Aeropago ad Atene.
Siamo pronti ad azzoppare tante attese emarginandole con il pretesto che sono irrealizzabili, a ridicolizzarle perché sembrano lontane dai problemi in cui ci dibattiamo. E così restiamo prigionieri di un presente che si chiude su di sé e, non trovando una via di uscita, inevitabilmente porta all’insignificanza.
Maria ha giocato tutta la vita sulla speranza, anche quando era umanamente perdente. Spesso si è ritrovata sola nella speranza, ma non è mai venuta meno perché quel “sì” fatto a Dio per lei era un vero dono. Infatti quando si fa un dono per amore non lo si reclama mai indietro.
La fatica nel vivere la speranza oggi trova forse qui la sua origine: i doni che ci scambiamo sono legati a convenienze più o meno scoperte e non attingono forse mai alla gratuità.
Questa è la preghiera che oggi vogliamo rivolgere a Maria: “Santa Maria della speranza, mantieni viva la nostra attesa”